Travaglio: la preparazione al parto
Tante sono le domande che ci assalgono durante la gravidanza e in particolare durante l’ultimo periodo di questa. Una delle più frequenti è quella che riguarda il travaglio, la fase immediatamente precedente al parto vero e proprio e forse anche parte di questa.
Sapere quando inizia davvero il travaglio, quali sono le fasi che la compongono e quanto può durare è un aiuto per vivere questo periodo più serenamente, ma non possiamo garantire che farà avvertire meno dolore.
Scopriamo quindi insieme cos’è il travaglio, le sue fasi e come riconoscerlo per non confonderlo con le false contrazioni.
Travaglio: cos’è e le fasi che precedono il parto
Quando parliamo di travaglio ci riferiamo a quel momento che conclude la gravidanza e che ci prepara al parto vero e proprio. Durante questo momento il corpo si prepara in modo più o meno rapido, all’espulsione del feto e della placenta. Questo avviene attraverso numerose contrazioni dell’utero, anche molto dolorose, che sono favorite dalla produzione di ormoni precisi.
La prima fase del travaglio è quella prodromica, che inizia con piccole contrazioni precedute o seguire dalla rottura delle membrane aminicoliari, la cosiddetta “rottura delle acque”. Questa fase può però avvenire anche in modo meno evidente attraverso la sola perdita di muco. È una fase che può durare poche ore o qualche giorno e si conclude quando le contrazioni iniziano ad essere più costanti e intense.
Si passa quindi alla fase dilatante, ovvero quando la regolarità delle contrazioni avviene in media ogni cinque minuti provocando anche più dolore. Si tratta di una fase “attiva”, poiché ogni contrazione contribuisce alla dilatazione del della cervice per preparare l’uscita del bambino. I tempi per la dilatazione sono relativi, potrebbero volerci un’ora per ogni centimetro, come il corpo potrebbe impiegare meno tempo o anche di più, ogni reazione è diversa. Quando avviene la dilatazione totale a 10 centimetri si ha la rottura delle membrane amniotiche che, se non avviene in modo naturale, devono essere aperte chirurgicamente.
Arriva poi l’ultima fase del travaglio, ovvero quella dell’espulsione, durante la quale ogni contrazione deve essere accompagnata da una spinta che faciliti l’uscita del bambino. La corretta respirazione appresa grazie allo sport in gravidanza e ad un corso pre-parto, possono aiutare a favorire questo momento che precede l’attimo più bello della nostra vita: l’incontro con nostro figlio.
Come capire quando inizia il travaglio
In particolare con il primo figlio non è facile capire quando inizia davvero il travaglio. Non sono infatti solo le contrazioni ad informarci su questo, ma una serie di segnali che ci manda il nostro corpo. Negli ultimi giorni di gravidanza potremmo infatti avvertire delle contrazioni più forte ma comunque sporadiche. Queste sono solo di preparazione e dobbiamo attendere quelle che provocano anche la fuoriuscita di liquido o muco.
In ogni caso se avvertiamo troppe contrazioni, anche costanti, ma senza la perdita di muco è preferibile recarsi già in ospedale o in clinica. Non sono rari i casi in cui, infatti, il travaglio abbia avuto inizio anche senza la presenza di questi. Ricordiamoci che di norma gli specialisti ci consigliano di recarci in ospedale all’inizio della fase dilatante, ovvero quando le contrazioni sono regolari ogni 5 minuti.