Costi avvocato divorzista in caso di separazione o mantenimento bambini
Spesso la fine di un matrimonio viene vista dai coniugi come un grave fallimento personale e porta con sé una serie di angosce di cui nessuno vorrebbe mai farsi carico. Alle stesse si sommano poi tutte le incombenze pratiche da sbrigare, che mettono ancora più distanza tra i partner e generano ansie e preoccupazioni difficili da sostenere. Abbiamo allora provato a raccogliere un insieme di informazioni utili a sostenervi lungo il travagliato percorso della separazione: la capacità di problemsolving è una valida alleata nella gestione di una crisi e con le giuste dritte si può venir fuori anche dal divorzio più feroce senza troppe ferite da guerra.
Come procedere?
Decidere di separarsi dopo anni di vita condivisa non è semplice dal punto di vista legale ma, essendo talvolta necessario, è importante prepararsi al meglio. Se siete convinti che l’amore a cui site stati legati per tanto tempo sia ormai giunto al capolinea e non trovate una soluzione al problema diversa dal divorzio, prendete da subito la situazione di petto e mettetevi in contatto con uno studio legale. Un buon esperto di diritto di famiglia saprà sicuramente guidarvi nella gestione pratica del problema e suggerirvi come muovervi.
Ma quanto costa assumere un avvocato divorzista?
Chiaramente il compenso varia a seconda dell’avvocato e si deve considerare la possibilità di trasferimenti di beni e immobili, questi ultimi in ragione di separazione o divorzio sono esenti da imposte e tassazione fiscale. Per un divorzio consensuale, la parcella può oscillare tra i 1000 e i 3000 euro, secondo il numero di incontri necessari a trovare l’accordo e alla complessità delle questioni da trattare. Diverso è invece per il divorzio giudiziale, per cui la parcella dell’avvocato potrebbe superare i 5.000 euro, a seconda della difficoltà dell’incarico e della durata della causa. Richiedi un preventivo avvocato.
Il divorzio con bambini e l’assegno di mantenimento
Un divorzio è sicuramente più difficile da gestire quando ci sono bambini: il senso di smarrimento all’ inizio si farà sentire ed è per questo importante condurre serenamente l’accordo tra le parti e mantenere in qualche modo ancora integro il nido familiare. Anche per questo, a regolare l’assegno di mantenimento vi è un principio che ha premura di garantire alla prole lo stesso tenore di vita che aveva prima che avvenisse la separazione. Tuttavia, a volte questo principio è difficile da mettere in pratica e ci si trova a dover contrattare con il partner. È qui che entrano in gioco i mediatori familiari, incaricati di fronteggiare le crisi e portare i coniugi al compromesso.
L’assegno di mantenimento nei confronti dei figli resta comunque obbligatorio fino ai 18 anni o fino al raggiungimento dell’autonomia economica dei figli. Tuttavia, dopo la maggiore età il genitore può anche contestare e ridimensionare l’ammontare del contributo tramite scrittura privata con avvocati o in tribunale se non c’è accordo tra le parti. In genere l’ammontare della cifra concordata per il mantenimento viene calcolata valutando le denunce dei redditi degli ultimi tre anni: nel caso di padri disoccupati c’è l’obbligo di almeno 200 euro a figlio poiché la mancanza di lavoro non esime il genitore dal contribuire al mantenimento della prole.