Testo canzone: Popoff
Cerchi canzoni per bambini? Ecco la canzone Popoff.
“Popoff” è una canzone per bambini scritta da Gianni Rodari nel 1965 e musicata da Umberto Bindi. È diventata molto popolare grazie alla sua melodia allegra e orecchiabile, ma anche per il suo testo che parla della libertà di espressione e della creatività.
La canzone racconta la storia di Popoff, un burattino che viveva nel bosco e che aveva un dono speciale: riusciva a cantare con una voce dolce e allegra. Un giorno, mentre cantava, arrivarono tre uccellini che rimasero affascinati dalla sua voce e gli chiesero di insegnargli a cantare.
Popoff accettò di insegnare loro, ma ben presto si accorse che gli uccellini non cantavano come lui, ma solo come gli altri uccelli del bosco. Così decise di insegnargli a cantare una canzone diversa, che parlasse della libertà e della bellezza della vita.
La canzone ebbe successo e gli uccellini si misero a cantare con Popoff, ma ben presto arrivarono altri animali del bosco che, a loro volta, chiesero di imparare a cantare. Popoff accettò di insegnare anche a loro la sua canzone, che divenne presto famosa in tutto il bosco.
La canzone “Popoff” rappresenta un inno alla creatività e alla libertà di espressione, valori importanti che i bambini dovrebbero imparare fin da piccoli. Inoltre, il testo della canzone incoraggia i bambini a seguire le proprie passioni e a non aver paura di essere diversi dagli altri.
La melodia allegra e orecchiabile di “Popoff” la rende perfetta per i bambini, che possono cantarla e ballarla insieme ai loro amici. Inoltre, la canzone è stata reinterpretata da numerosi artisti nel corso degli anni, dimostrando la sua longevità e il suo impatto culturale.
In conclusione, “Popoff” è una canzone per bambini che racchiude importanti messaggi di libertà, creatività e individualità. La sua melodia allegra e coinvolgente la rende un grande successo tra i più piccoli, ma anche tra gli adulti che ne apprezzano il valore educativo e culturale.
Testo canzone Popoff
Camminando tutti in fila
Con la neve a mezza gamba
Vanno verso il fiume Don
Sbuffa, sbuffa e dopo un po’
Gli si affonda lo stivale
Nella neve e resta lì
Del cosacco che cos’ha
Ha il colbacco e gli stivali
Ma non possono bastar
Con i baffi volti in su
Nella neve vanno alteri
Ma Popoff non c’è più
Sulla pancia accovacciato
Che cosacco sfortunato
Questo povero Popoff
Scivolando sulla pancia
Fila verso il fiume Don
Non cammina in questo modo
Un cosacco dello zar
Non si vede il fiume Don
Con i baffi congelati
Più non vogliono marciar
A quaranta sotto zero
Sono fermi in mezzo al gelo
I cosacchi dello zar
Rotolando nella neve
Fino al fiume arriverà
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