Età prescolare
Avere un bimbo piccolo, soprattutto se si tratta del primo figlio, può far nascere diversi dubbi nei nuovi genitori che spesso si domandano come educarli e seguirli. In particolare in età prescolare, quella che va dai 3 ai 5 anni, le difficoltà aumentano perché il piccolo inizia ad esplorare il mondo, ad essere ancora più curioso e a richiedere tanti nuovi stimoli.
Alla scuola materna, l’esplorazione e la scoperta all’ordine del giorno e proprio per questo motivo si consiglia spesso ai genitori di non sottovalutare l’importanza di questo grado educativo al fine di migliorare la loro conoscenza. Attraverso la scoperta pratica, i bambini imparano a leggere collegando le lettere ai suoni che sentono. L’entusiasmo e il calore degli insegnanti aiutano gli studenti a provare molte emozioni positive.
A questa età, i bambini diventano più curiosi del mondo che li circonda e sviluppano abilità sociali attraverso la condivisione e la comunicazione con gli altri. Man mano che si sentono accettati dai loro coetanei e dagli insegnanti, diventano gradualmente più a loro agio nel correre dei rischi e nel commettere degli errori, diventando così bambini in età prescolare sicuri e capaci.
Età prescolare: cosa cambia nel bambino
I cambiamenti nei bambini avvengono giorno dopo giorno e spesso sembra difficile poter stare dietro a tutti questi e comprendere come agire correttamente. In particolare in età prescolare ci ritroviamo da un giorno all’altro a dover affrontare un bimbo docile e ubbidiente a uno che domanda sempre il perché delle cose, che inizia a correre ovunque e al quale dobbiamo iniziare a dare delle regole.
Questa è infatti la fase della vita in cui il bambino è più attivo, più ricettivo agli stimoli e alle scoperte. Proprio per questo motivo il genitore, e anche l’insegnante, devono essere accondiscendenti ma anche decisi. Non si può sempre chiudere un occhio su ciò che fa il bambino, se sbaglia si deve iniziare a far notare l’errore spiegando il perché del comportamento errato. Non è vero che “tanto è piccolo e non capisce”, se si inizia a ragionare in questa direzione cresceremo un piccolo monello viziato. E non possiamo neanche lasciare tutto il lavoro alle maestre della scuola materna o del nido: il loro compito è quello di supportare e fissare la nostra educazione, non quello di partire da zero. Se in casa non rendiamo il piccolo attivo alla ricezione a scuola avrà problemi a socializzare con gli amichetti e ad apprendere ciò che viene spiegato loro dalle maestre.
Stimolare la mente in età prescolare
Ma quindi come facciamo a stimolare la mente del nostro piccolo in età prescolare? Disegnare, colorare, ritagliare e incollare. Sono solo alcune delle attività manuali che possiamo svolgere con il nostro piccolo per stimolare le sue capacità. Durante questo periodo è bene seguire il piccolo e stimolarlo all’ascolto, all’apprendimento di nuove parole e alle attività motorie, magari facendo con lui passeggiate all’aperto. Aiutiamolo anche a socializzare, portiamolo al parco giochi così che potrà conoscere nuovi bimbi e favoriamo le amicizie che stanno nascendo sui banchi di scuola.
Molto importante è non affidare l’educazione di nostro figlio alla televisione. Lì non si tratta di stimolazione ma spesso di sovrastimolazione che in realtà non comporta alcun miglioramento.